EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

venerdì 15 gennaio 2010

Pigmalione


Pigmalione era re di Cipro. Ovidio (Le metamorfosi, X, 243) racconta come esso era anche un bravissimo scultore la sua arte lo portò a modellare una statua femminile, d’avorio, a cui aveva dato nome Galatea (dal greco gala, galaktos, latte), la bellezza della sua opera lo conquistò e fu vittima della amore della sua stessa creazione, tanto da dormire accanto ad essa sperando che un giorno si animasse.

Il furore d'amore lo portò nel periodo delle feste rituali in onore di Afrodite, a chiedere alla dea di concedergli per sposa l’essere creato dalle sue mani, rendendola umana: la dea operò il miracolo. Egli vide la statua animarsi lentamente, respirare e aprire gli occhi.

Pigmalione e Galatea ebbero un figlio di nome Pafo, che fu poi nome di una città di Cipro, famosa per un tempio dedicato ad Afrodite, a Pafo si dice che sia nata Afrodite.

L'amore per l'arte la dedizione dell’artista arriva alla sua sublimazione e l'artista si congiunge con la sua opera

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