EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

giovedì 4 novembre 2010

Le nuometamorfosi (1)




Il contesto ed il protesto

Contestare

con - mezzo, strumento
Testis - testimone

Chiamare in testimonio, intimare, opporsi


Protestare

Pro - dinanzi
Tetàri -attestare, denominativo di Testis - testimone

Dichiarare pubblicamente la propria volontà; esprimere solennemente il proprio diritto contro chi l'offende.


Perchè ho cercato l'etimologia di queste due parole?

Forse perchè la prima mi riporta alla mia gioventù, allora era una parola che risuonava in ogni cosa. Era come un  fascio di luce che cercava di mettere in evidenza i lati oscuri delle cose, delle strutture sociali, della misera concezione borghese.
E proprio quella concezione borghese, una volta messa in luce si scopri una vena di vanità che non si sapeva.
Sfruttando la propria vanità il pensiero borghese si ringalluzzì si accrebbe e come un vampiro cominciò a nutrirsi di quella luce che doveva distruggerla, divenne cosi sfacciata di riflettere di rimandare al mittente la luce che la doveva distruggerlo.
E il contestare finì, divenne protesta e la protesta assunse il ruolo del male, la rivoluzione del nuovo si trasformò in controrivoluzione.
I maestri divennero cattivi. E la gioia di cambiare si mutò in sottomissione sociale, la "cultura nuova" fu ingabbiata dalla finanza e nacque la finanza che si crede cultura, l'uomo che distrugge l'uomo si erse come modello.
Ma i maestri non possono essere cattivi, cattivo è chi ingabbia la cultura, chi trasforma la forza vitale in edonismo, chi muta la sostanza in apparenza.
Riprendiamoci la Contestazione ed eliminiamo i ben pensanti, rifiutando tutto ciò che distrugge l'uomo e la sua area di sopravvivenza.

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