EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

lunedì 15 novembre 2010

IL GIOCO DEGLI SCACCHI



Canterò un canto su una battaglia / progettata fin dai giorni lontani e passati / Uomini abili e saggi l'hanno organizzata / su una pianura divisa in otto parti / e ripartita in tanti riquadri. / Due accampamenti si fronteggiano, / ed i re stanno in battaglia / e la lotta è fra loro due. / Rivolta alla guerra è la faccia di ciascuno, / ed ognuno è accampato o si muove. / Tuttavia non si sfoderano spade, / perché la loro è una guerra di pensieri. / (I guerrieri) si riconoscono dai segni / che son sigillati e scritti sui loro corpi; / e colui che li vede, pensa / che siano edomiti ed etiopici / coloro che si combattono. / Le forze etiopiche / invadono il campo di battaglia / e gli edomiti le inseguono. Primo in battaglia, il pedone / viene a combattere sulla strada, / camminando sempre dritto innanzi a sé; / ma se fa un prigioniero, si muove di lato. / Non si allontana della sua strada / e non può mai tornare indietro; / al principio può avanzare / all'interno di tre riquadri. / Se avanzando in battaglia / raggiunge l'ottava fila, / diventa a tutti gli effetti una regina, / e combatte come lei. / La regina volge i suoi passi / dove vuole in ogni senso. / L'elefante (alfiere) avanza o retrocede; / sta di lato, come in agguato; / il suo modo di procedere è simile a quello della regina; / ma essa ha vantaggio su di lui, / perché esso può fare solo tre passi. / Il cavallo è veloce in battaglia, / muovendo su una via contorta; / sui riquadri, tre è il suo limite. / Il vento (torre) muove dritto sul sentiero di guerra/ nel campo, in lungo e in largo, / ma non ricerca vie traverse: / (segue) solo vie dritte, senza perversità. / Il re si muove da ogni parte, / dando aiuto ai suoi sudditi; / è cauto nelle sue azioni, / sia che combatta o che si accampi. / Se il nemico viene a spaventarlo / fugge dal suo posto con terrore, / o il vento (torre) gli dà rifugio. / Talvolta deve fuggire davanti al nemico; / talvolta delle moltitudini l'aiutano; / tutti si uccidono l'un l'altro, / distruggendosi con grande ira. / Uomini forti di entrambi i sovrani / cadono uccisi, ma senza spargimento di sangue. / L'Etiopia talvolta trionfa, / Edom fugge davanti a lei; / talvolta è vittorioso Edom: / L'Etiopia e il suo sovrano / sono sconfitti in battaglia. / Se il re, una volta sconfitto, / cade in potere del nemico, / non gli si fa mai grazia, / non può esser liberato, / né fuggire in una città di rifugio. / Giudicato dai nemici, senza ricatto, / per quanto non ucciso, è perduto. / Le schiere sono distrutte intorno a lui, / Dànno la vita per la sua liberazione. / Schiacciata e svanita è la loro gloria; / tuttavia combattono di nuovo la battaglia, / perché dopo la morte vi è la resurrezione.

( Avrahàm ibn Ezrà)

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