EPICURO E LA FORMA NUOVA
"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "
(Anonimo)
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "
(Anonimo)
martedì 30 novembre 2010
figli del caos
sabato 27 novembre 2010
PERUGIA E... CHAGALL
Chagall e i suoi colori: dove l'azzurro è l'azzurro del mio mare. Dove i fiori non appassiscono mai dove i violini suonano dolci melodie senza mai smettere.
Chagall ebreo uno dei tanti artisti che sto seguendo da un po' di tempo. Qualcuno mi ha chiesto se avevo origini in quel meraviglioso popolo ebbene non credo o almeno non lo so, ma in questi ultimi anni mi ritrovo ad avere comprato e letto centinaia di libri di scrittori di origine ebraica e me ne sono accorta solo ora.
Ho imparato nel tempo ad apprezzare la musicalità delle note racchiuse nelle parole, i disegni dei sogni mai scoloriti nel tempo, una tenerezza mai ritrovata in nessun uomo occidentale.
La crudezza della realtà vissuta nei secoli mista all'amore per la vita.
I quadri che ho ammirato oggi sono vivi, hanno la vita nei colori nelle figure nei ricordi di un mondo cui Chagall è appartenuto.
Quante volte desideriamo ricordare e non cancellare! Quante volte vorremmo che le immagini che ci appartengono non sfumassero nelle tonalità del grigio e della nebbia del non-ricordo!
Chagall... che riesce a rendere così umano e vivo il suo sogno... i nostri sogni.
I fantasmi della mente diventano figure paesaggi colori di intensità così vera e struggente che nessuno riesce a stare davanti ai suoi quadri e a non sorridere.
L'animo la mente si libera per un istante delle paure delle preoccupazioni lasciando libera la fantasia e l'allegria.
Un ritornare fanciulli con la spensieratezza dei nostri primi anni quando il mondo ci sembrava così bello e tutto da conquistare, quando la vita era a portata di mano e tutta da vivere quando niente era impossibile o vietato.
Chagall e i suoi quadri o meglio i suoi colori appartengono al nostro ego più nascosto quello che non può non fare capolino di fronte alla vita.
mercoledì 24 novembre 2010
"...quando siete nell'avversità e non intravedete via d'uscita, inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton " ( Raymond Priestley)
.....
Una catastrofe psicocosmica
mi sbatte contro le mura del tempo.
Sentinella, che vedi?
Una catastrofe psicocosmica
contro le mura del tempo.
....
(Battiato-Sgalambro)
lunedì 22 novembre 2010
LE PAROLE DEL SILENZIO (poesia)
Vorrei dirti parole che solo
il silenzio conosce,
parole indiscrete che
tradiscono emozioni
taciute da tempo.
Se solo ripenso al tuo
viso, si frangono gli argini
di quel fiume di passione,
che dentro me scorre,
mi travolge il turbinio
veemente dei sentimenti,
che la cruda realtà trattiene.
E il gusto del frutto proibito
alimenta la voglia di te,
dei tuoi modi eleganti,
ma pudico riporto altrove
la mente dove gli sguardi
dei curiosi non giungono.
(Caelifer)
venerdì 19 novembre 2010
QUELLO CHE SEI (poesia)
Quello che sei
mi distrae da quello che dici.
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione, non le seguo:
sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
né lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai per un nuovo amore.
No.
Ti aspetto oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto del tuo desiderio,
amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.
(Pedro Salinas)
mi distrae da quello che dici.
Lanci parole veloci,
pavesate di risa,
invitandomi
ad andare dove mi porteranno.
Non ti presto attenzione, non le seguo:
sto guardando
le labbra da cui sono nate.
Intanto guardi lontano.
Fissi lo sguardo laggiù,
non so in cosa, e già si precipita
a cercarlo la tua anima
affilata, come saetta.
Io non guardo dove guardi:
io ti vedo guardare.
E quando desideri qualcosa
non penso a quello che vuoi
né lo invidio: è il meno.
Ciò che ami oggi, lo desideri;
domani lo dimenticherai per un nuovo amore.
No.
Ti aspetto oltre qualsiasi fine o termine
in ciò che non deve succedere.
Io resto nel puro atto del tuo desiderio,
amandoti.
E non voglio altro
che vederti amare.
(Pedro Salinas)
lunedì 15 novembre 2010
IL GIOCO DEGLI SCACCHI
Canterò un canto su una battaglia / progettata fin dai giorni lontani e passati / Uomini abili e saggi l'hanno organizzata / su una pianura divisa in otto parti / e ripartita in tanti riquadri. / Due accampamenti si fronteggiano, / ed i re stanno in battaglia / e la lotta è fra loro due. / Rivolta alla guerra è la faccia di ciascuno, / ed ognuno è accampato o si muove. / Tuttavia non si sfoderano spade, / perché la loro è una guerra di pensieri. / (I guerrieri) si riconoscono dai segni / che son sigillati e scritti sui loro corpi; / e colui che li vede, pensa / che siano edomiti ed etiopici / coloro che si combattono. / Le forze etiopiche / invadono il campo di battaglia / e gli edomiti le inseguono. Primo in battaglia, il pedone / viene a combattere sulla strada, / camminando sempre dritto innanzi a sé; / ma se fa un prigioniero, si muove di lato. / Non si allontana della sua strada / e non può mai tornare indietro; / al principio può avanzare / all'interno di tre riquadri. / Se avanzando in battaglia / raggiunge l'ottava fila, / diventa a tutti gli effetti una regina, / e combatte come lei. / La regina volge i suoi passi / dove vuole in ogni senso. / L'elefante (alfiere) avanza o retrocede; / sta di lato, come in agguato; / il suo modo di procedere è simile a quello della regina; / ma essa ha vantaggio su di lui, / perché esso può fare solo tre passi. / Il cavallo è veloce in battaglia, / muovendo su una via contorta; / sui riquadri, tre è il suo limite. / Il vento (torre) muove dritto sul sentiero di guerra/ nel campo, in lungo e in largo, / ma non ricerca vie traverse: / (segue) solo vie dritte, senza perversità. / Il re si muove da ogni parte, / dando aiuto ai suoi sudditi; / è cauto nelle sue azioni, / sia che combatta o che si accampi. / Se il nemico viene a spaventarlo / fugge dal suo posto con terrore, / o il vento (torre) gli dà rifugio. / Talvolta deve fuggire davanti al nemico; / talvolta delle moltitudini l'aiutano; / tutti si uccidono l'un l'altro, / distruggendosi con grande ira. / Uomini forti di entrambi i sovrani / cadono uccisi, ma senza spargimento di sangue. / L'Etiopia talvolta trionfa, / Edom fugge davanti a lei; / talvolta è vittorioso Edom: / L'Etiopia e il suo sovrano / sono sconfitti in battaglia. / Se il re, una volta sconfitto, / cade in potere del nemico, / non gli si fa mai grazia, / non può esser liberato, / né fuggire in una città di rifugio. / Giudicato dai nemici, senza ricatto, / per quanto non ucciso, è perduto. / Le schiere sono distrutte intorno a lui, / Dànno la vita per la sua liberazione. / Schiacciata e svanita è la loro gloria; / tuttavia combattono di nuovo la battaglia, / perché dopo la morte vi è la resurrezione.
( Avrahàm ibn Ezrà)
domenica 14 novembre 2010
venerdì 12 novembre 2010
AUGURI A MIA FIGLIA
Lucia Merli - Ragazza con l'aquilone |
Non ricordo più come era la mia vita prima che tu nascessi.
Forse un lungo letargo dal quale mi sono svegliata camminandoti a fianco piena di paure di incertezze di insicurezze sulle mie azioni.
Ma anche con nel cuore la gioia dei tuoi primi passi e delle tue conquiste, le tue lotte i tuoi capricci, il tuo opporti in maniera decisa ai miei rimproveri.
Il mestiere di genitore non s'impara in nessuna scuola nessun libro è abbastanza informato da indicarti la strada giusta.
L'istinto mi ha guidato sempre.
Guardo al domani con terrore in mezzo agli orrori della vita di oggi.
Ma ho solo una speranza: che quello che cerco di insegnarti possa dare i suoi frutti
che tu trovi accanto a te persone che ti vogliano bene e amici sinceri
che ci sia sempre un occhio vigile su di te anche se lontano e che ti guidi e ti ami nei momenti in cui io sarò assente o non sarò capace di difenderti.
Auguri patatina che quest'anno sia costellato di felicità e gioia... te lo meriti.
A ...
L’Antico di giorni si assise.
La sue veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana pura
Auguri mia piccola
domani accenderò rami di cedro intriso di resina bianca e in questo fuoco brucerò l'incenso del padre, sperando che sia sempre con te come il mio ultimo soffio.
lunedì 8 novembre 2010
SONETTO 3-III
Guarda lo specchio: al volto ch’è riflesso
di’ che a un secondo volto doni il vanto.
Se la tua grazia non rinnovi adesso,
dài frode al mondo, ad una madre il pianto.
Donna non è sì bella che il suo seno
fiero disdegni il seme dell’amato,
né uomo che l’orgoglio senza freno
d’amor di sé, d’un figlio abbia privato.
Specchio a tua madre, tu di sua bellezza
il vago aprile nel tuo viso porta.
Sia dolce, ai vetri spessi di vecchiezza,
l’età dell’oro, fra le rughe scorta.
Ma se vivrai senza lasciar memoria,
morirà solitaria la tua gloria.
(William Shakespeare)
di’ che a un secondo volto doni il vanto.
Se la tua grazia non rinnovi adesso,
dài frode al mondo, ad una madre il pianto.
Donna non è sì bella che il suo seno
fiero disdegni il seme dell’amato,
né uomo che l’orgoglio senza freno
d’amor di sé, d’un figlio abbia privato.
Specchio a tua madre, tu di sua bellezza
il vago aprile nel tuo viso porta.
Sia dolce, ai vetri spessi di vecchiezza,
l’età dell’oro, fra le rughe scorta.
Ma se vivrai senza lasciar memoria,
morirà solitaria la tua gloria.
(William Shakespeare)
sabato 6 novembre 2010
giovedì 4 novembre 2010
Le nuometamorfosi (1)
Il contesto ed il protesto
Contestare
con - mezzo, strumento
Testis - testimone
Chiamare in testimonio, intimare, opporsi
Protestare
Pro - dinanzi
Tetàri -attestare, denominativo di Testis - testimone
Dichiarare pubblicamente la propria volontà; esprimere solennemente il proprio diritto contro chi l'offende.
Perchè ho cercato l'etimologia di queste due parole?
Forse perchè la prima mi riporta alla mia gioventù, allora era una parola che risuonava in ogni cosa. Era come un fascio di luce che cercava di mettere in evidenza i lati oscuri delle cose, delle strutture sociali, della misera concezione borghese.
E proprio quella concezione borghese, una volta messa in luce si scopri una vena di vanità che non si sapeva.
Sfruttando la propria vanità il pensiero borghese si ringalluzzì si accrebbe e come un vampiro cominciò a nutrirsi di quella luce che doveva distruggerla, divenne cosi sfacciata di riflettere di rimandare al mittente la luce che la doveva distruggerlo.
E il contestare finì, divenne protesta e la protesta assunse il ruolo del male, la rivoluzione del nuovo si trasformò in controrivoluzione.
I maestri divennero cattivi. E la gioia di cambiare si mutò in sottomissione sociale, la "cultura nuova" fu ingabbiata dalla finanza e nacque la finanza che si crede cultura, l'uomo che distrugge l'uomo si erse come modello.
Ma i maestri non possono essere cattivi, cattivo è chi ingabbia la cultura, chi trasforma la forza vitale in edonismo, chi muta la sostanza in apparenza.
Riprendiamoci la Contestazione ed eliminiamo i ben pensanti, rifiutando tutto ciò che distrugge l'uomo e la sua area di sopravvivenza.
martedì 2 novembre 2010
PICCOLO PRINCIPE (poesia)
Vivi su un altro pianeta
piccolo che
sembra una stella cometa
hai come amica una rosa
e le vuoi bene
...sopra ogni cosa
di lei e di tre piccoli vulcani
ti prendi cura con le tue mani
e poi ti guardi il tramonto
ne vedi uno ogni secondo.
Piccolo principe dove sei andato
dal tuo pianeta sei scappato
io questa notte guardo le stelle
la tua e' lassu' tra una di quelle.
Hai viaggiato per altri mondi
piccoli e grandi
tutti rotondi
nel primo posto che hai visitato
c'era un sovrano
bizzarro e svitato
un tizio interessante
e' un vanitoso assai stravagante
un altro contava continuamente le stelle
perche' credeva di possederle.
Piccolo principe dove sei andato
dal tuo pianeta sei scappato
io questa notte guardo le stelle
la tua e' lassu' tra una di quelle.
Infine da noi sei arrivato
e hai conosciuto
un mondo sconfinato
dove hai incontrato
un velenoso serpente
ed una volpe buona e intelligente
sono rimasto incantato
quando i tuoi capelli d'oro ho guardato
ed ora che stai ripartendo
un gran dolore in fondo al cuore sto sentendo.
Piccolo principe dove sei andato
sul tuo pianeta sei tornato
tu eri il bambino che in me era sopito
perche' la fantasia avevo smarrito
piccolo principe te ne sei andato
ora che io la fantasia ho ritrovato
e questa notte guardo ancora le stelle
sarai di nuovo la' su una di quelle.
E se riderai quelle stelle brilleranno
ed io
ridero' con te.
piccolo che
sembra una stella cometa
hai come amica una rosa
e le vuoi bene
...sopra ogni cosa
di lei e di tre piccoli vulcani
ti prendi cura con le tue mani
e poi ti guardi il tramonto
ne vedi uno ogni secondo.
Piccolo principe dove sei andato
dal tuo pianeta sei scappato
io questa notte guardo le stelle
la tua e' lassu' tra una di quelle.
Hai viaggiato per altri mondi
piccoli e grandi
tutti rotondi
nel primo posto che hai visitato
c'era un sovrano
bizzarro e svitato
un tizio interessante
e' un vanitoso assai stravagante
un altro contava continuamente le stelle
perche' credeva di possederle.
Piccolo principe dove sei andato
dal tuo pianeta sei scappato
io questa notte guardo le stelle
la tua e' lassu' tra una di quelle.
Infine da noi sei arrivato
e hai conosciuto
un mondo sconfinato
dove hai incontrato
un velenoso serpente
ed una volpe buona e intelligente
sono rimasto incantato
quando i tuoi capelli d'oro ho guardato
ed ora che stai ripartendo
un gran dolore in fondo al cuore sto sentendo.
Piccolo principe dove sei andato
sul tuo pianeta sei tornato
tu eri il bambino che in me era sopito
perche' la fantasia avevo smarrito
piccolo principe te ne sei andato
ora che io la fantasia ho ritrovato
e questa notte guardo ancora le stelle
sarai di nuovo la' su una di quelle.
E se riderai quelle stelle brilleranno
ed io
ridero' con te.
lunedì 1 novembre 2010
Casualità
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Torino, Italia
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