Questa volta voglio ricordare un mito della mia terra.
Un mito che si rifà alle divinità ctoniche, infatti siamo nella zona di Catania vicino al più grande vulcano europeo l'Etna, più precisamente nel comune dell'attuale Palagonia.
I Pelici, figli del dio locale Adranos e della ninfa Etna e poi riportati come figli di Zeus e di Talìa, che per sottrarsi dall'ira di Era chiese al dio di essere inglobata nella terra.
Quando partorì si videro spuntare due laghi ribollenti, laghi di Naftia, da cui vennero fuori i due gemelli chiamati Pelici dal greco pàlin ikèsthai, nati due volte, dalla madre e dalla terra.
Il luogo divenne sacro e i nativi sigillavano i loro giuramenti con un rituale:
fatto il giuramento si buttava una tavoletta nelle acque del lago se affondava si veniva dichiarato spergiuro e veniva accecato per punizione divina. Ecco che ancora oggi in Sicilia si pone il bene della vista a prova della proprie parole.
Fu innalzato un tempio, i resti attuali risalgono al VII secolo a.c., in cui si rifugiavano anche gli schiavi maltrattati e i padroni dovevano prestare giuramento di trattare i servi con più umanità se li reclamavano indietro.
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