Dammi il supremo coraggio dell'amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose, o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi, onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore, e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita
nella morte, alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore, che accetta l'offesa, ma disdegna di ripagarla
con l'offesa.
Dammi la forza di Amare sempre e ad ogni costo.
(K. Gibran)
EPICURO E LA FORMA NUOVA
"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "
(Anonimo)
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "
(Anonimo)
lunedì 31 maggio 2010
domenica 30 maggio 2010
giovedì 20 maggio 2010
I Pelici
Questa volta voglio ricordare un mito della mia terra.
Un mito che si rifà alle divinità ctoniche, infatti siamo nella zona di Catania vicino al più grande vulcano europeo l'Etna, più precisamente nel comune dell'attuale Palagonia.
I Pelici, figli del dio locale Adranos e della ninfa Etna e poi riportati come figli di Zeus e di Talìa, che per sottrarsi dall'ira di Era chiese al dio di essere inglobata nella terra.
Quando partorì si videro spuntare due laghi ribollenti, laghi di Naftia, da cui vennero fuori i due gemelli chiamati Pelici dal greco pàlin ikèsthai, nati due volte, dalla madre e dalla terra.
Il luogo divenne sacro e i nativi sigillavano i loro giuramenti con un rituale:
fatto il giuramento si buttava una tavoletta nelle acque del lago se affondava si veniva dichiarato spergiuro e veniva accecato per punizione divina. Ecco che ancora oggi in Sicilia si pone il bene della vista a prova della proprie parole.
Fu innalzato un tempio, i resti attuali risalgono al VII secolo a.c., in cui si rifugiavano anche gli schiavi maltrattati e i padroni dovevano prestare giuramento di trattare i servi con più umanità se li reclamavano indietro.
mercoledì 19 maggio 2010
A E. Sanguineti
Quartina
ti trancio un tetrastico tetro,
due distici è un torpido metro:
così, un verso avanti, uno indietro,
li incido con schegge di vetro:
(E. Sanguineti)
ti trancio un tetrastico tetro,
due distici è un torpido metro:
così, un verso avanti, uno indietro,
li incido con schegge di vetro:
(E. Sanguineti)
Imitazione, da Catullo
pupilletta delle isole, Sirmione,
e penisole, che in laghetto limpido
o in mare magno reggono i Nettuni,
che gioia, che goduria, a rivederti!
non mi credo a me stesso, io, che ho piantato
Tinia e Bitinia, e ti contemplo in pace:
liquidata ogni rogna, è il supergaudio,
che mi svuoto la testa, che mi scarico,
stanco degli intertours, qui, a casa mia,
stravaccato in quel letto che sognavo:
questo è il vero compenso a tante croci!
bella Sirmione mia, ciao, fammi festa:
fatemi festa, etrusche onde lacustri:
a me, il fou rire più grosso che ci avete!
(Da Poesie fuggitive, di Edoardo Sanguineti)
pupilletta delle isole, Sirmione,
e penisole, che in laghetto limpido
o in mare magno reggono i Nettuni,
che gioia, che goduria, a rivederti!
non mi credo a me stesso, io, che ho piantato
Tinia e Bitinia, e ti contemplo in pace:
liquidata ogni rogna, è il supergaudio,
che mi svuoto la testa, che mi scarico,
stanco degli intertours, qui, a casa mia,
stravaccato in quel letto che sognavo:
questo è il vero compenso a tante croci!
bella Sirmione mia, ciao, fammi festa:
fatemi festa, etrusche onde lacustri:
a me, il fou rire più grosso che ci avete!
(Da Poesie fuggitive, di Edoardo Sanguineti)
sabato 15 maggio 2010
BUONA DOMENICA
José Martí |
Dai tuoi occhi arrossati... |
|
mercoledì 12 maggio 2010
Voglio un carico di vino
(dal Rubaiyyat)
Voglio un carico di vino di rubino, e un libro di versi.
Mi occorre appena lo stretto necessario,
e un pezzo di pane.
Poi io e te seduti in un luogo deserto ...
Questa è una vita superiore al potere d'ogni sultano.
Non t'affliggere così vanamente,
vivi contento,
e nell'ingiusta via della tua sorte,
vivi con giustizia.
Giacche' in conclusione
questo mondo è il nulla,
pensa di essere il nulla,
e libero vivi.
Per quanto d'ogni lato io volga lo sguardo,
scorre nel giardino un rivo di paradiso.
La piana è divenuta un paradiso,
non parlare d'inferno!
Siedi qui in paradiso,
assieme a un volto di paradiso.
Omar Khayyàm
domenica 9 maggio 2010
venerdì 7 maggio 2010
Kundalini
UPANISHAD
Ella sgorga dal centro della base
E sale dritta
Fino all’apertura del Brahman
In Lei è l’Energia
Tale un serpente arrotolato su se stesso
Sfavillante come mille folgori,Delicata come una tige di loto.
VANGELO di Filippo, Scritti Gnostici
"Lei, il Santo Soffio, sorveglia ognuno e ha la padronanza di tutti i poteri, sia di quelli
domati come di quelli che non lo sono".
E sale dritta
Fino all’apertura del Brahman
In Lei è l’Energia
Tale un serpente arrotolato su se stesso
Sfavillante come mille folgori,Delicata come una tige di loto.
VANGELO di Filippo, Scritti Gnostici
"Lei, il Santo Soffio, sorveglia ognuno e ha la padronanza di tutti i poteri, sia di quelli
domati come di quelli che non lo sono".
giovedì 6 maggio 2010
martedì 4 maggio 2010
Il labirinto – Jorge Luis Borges
da "Elogio dell'ombra" (1969)
Traduzione di Francesco Tentori Montalto
Zeus non potrebbe sciogliere le reti
di pietra che mi stringono. Ho scordato
gli uomini che fui; seguo l'odiato
sentiero di monotone pareti
ch'è il mio destino. Dritte gallerie
che si curvano in circoli segreti,
passati che sian gli anni. Parapetti
in cui l'uso dei giorni ha aperto crepe.
Nella pallida polvere decifro
orme temute. L'aria m'ha recato
nei concavi crepuscoli un bramito
o l'eco d'un bramito desolato.
Nell'ombra un Altro so, di cui la sorte
è stancare le lunghe solitudini
che intessono e disfanno questo Ade
e bramare il mio sangue, la mia morte.
Ciascuno cerca l'altro. Fosse almeno
questo l'ultimo giorno dell'attesa.
Traduzione di Francesco Tentori Montalto
Zeus non potrebbe sciogliere le reti
di pietra che mi stringono. Ho scordato
gli uomini che fui; seguo l'odiato
sentiero di monotone pareti
ch'è il mio destino. Dritte gallerie
che si curvano in circoli segreti,
passati che sian gli anni. Parapetti
in cui l'uso dei giorni ha aperto crepe.
Nella pallida polvere decifro
orme temute. L'aria m'ha recato
nei concavi crepuscoli un bramito
o l'eco d'un bramito desolato.
Nell'ombra un Altro so, di cui la sorte
è stancare le lunghe solitudini
che intessono e disfanno questo Ade
e bramare il mio sangue, la mia morte.
Ciascuno cerca l'altro. Fosse almeno
questo l'ultimo giorno dell'attesa.
domenica 2 maggio 2010
LENCI - CERAMICA D'ARREDO 1927/37
Dal 23 Marzo al 27 Giugno
Palazzo Madama
Sala del senato
Palazzo Madama
Sala del senato
Torino
Una mostra di ceramiche, disegni e gessi della LENCI.
Si possono ammirare le opere di artisti come: Mario Sturani, Giovanni Grande, Felice Tosalli, Giulio Da Milano, Massimo Quaglino, Claudia Formica, Gigi Chessa, Sandro Vacchetti, Giovanni Riva ecc.
Vi assicuro sono bellissime, una mostra da non perdere
Iscriviti a:
Post (Atom)