EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

mercoledì 3 febbraio 2010

Piramo e Tisbe

POUSSIN, Nicolas
Paesaggio con Piramo e Tisbe
1651
Olio su tela, 192,5 x 273,5 cm
Städelsches Kunstinstitut, Frankfurt



BALDUNG GRIEN, Hans
Pyramus and Thisbe
c. 1530
Linden panel, 93 x 67 cm
Staatliche Museen, Berlin



Piramo e Tisbe follemente innamorati, ma apparteneti a famiglie avverse, per coronare il loro sogno d'amore pensarono di fuggire.
Si dettero appuntamento sotto una pianta di gelso.
Giunse per prima Tisbe che si avvide dell'arrivo di un leone insanguinato dall'uccisione di una preda. Impaurita scappa ma perde il velo che le copriva la testa. La belva si avventa su velo e lo sporca con il sangue di cui era lordo, perso interesse per il tessuto si allontana.
Arrivato Piramo nel luogo dell'appuntamento, riconosciuto il velo pensa la sua amata vittima delle belve e per il dolore si uccide conficcandosi nel petto la spada.
Quando Tisbe ritorna sotto il gelso trova l'amato morto e a sua volta si uccide con la stessa spada.
Dal sangue dei due nacque un gelso che produce more nere in segno di lutto.



Morus nigra

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