EPICURO E LA FORMA NUOVA
"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "
(Anonimo)
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "
(Anonimo)
martedì 22 dicembre 2009
Non fare
Sia il fare che il suo opposto il non fare sono le basi della vita.
Ogni essere vivente fa o non fa.
Ma per assurdo il non fare è più difficile del fare, presenta indubbie difficoltà.
La scelta del non fare deve essere ponderata e dopo attenta analisi messa in pratica non estrema decisione.
Difficilmente si riesce a non fare, per lo più il nostro non fare si trasforma in fare l'opposto, ma è sempre fare.
Quando si decide di attuare il non fare si attua una scelta individuale.
Io scelgo un luogo di energia, cioè un luogo in cui il mio essere riceva benessere.
L'ultimo era accanto ad una chiesetta su una collina con vista sul mare. I miei occhi spaziavano dalla costa frastagliata alle rovine greche con immancabile teatro.
Li mi sedetti poggiai la schiena al tronco benevolo di un ciliegio e respirando tranquillamente mi concentrai su questa unica azione.
Respirare.
L'aria l'elemento meno tangibile ma il più vitale.
La mia concentrazione era difficoltosa poiché i ricordi del mondo mi continuavano ad assillare.
Ma alla fine la materialità del mondo decise di allentare la sua presa su di me.
Ed allora ogni respiro era il nutrimento per il mio essere ero veramente vivo ero io e solo io.
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