EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

martedì 9 marzo 2010

Cupido

DÜRER, Albrecht
Cupido ladro di miele
1514
Penna e inchiostro e acquerello su carta,
22 x 31 cm
Kunsthistorisches Museum, Vienna


La mitologia dice che Cupido è figlio di Marte e Venere, dal padre prende la passione per le armi e infatti si trova sempre armato di arco e frecce. Frecce di diverso tipo: d'oro per amori travolgenti e senza scampo per i cuori delle vittime e di piombo per rendere insensibile all'amore provocato nell'altro. Ma avvolte questa divina figura di bimbo faceto e dispettoso si diverte a bendarsi e colpire alla cieca.

Un giorno cerco di rubare il miele alle api e alla reazione di queste nel difendere il loro bene ricevette tante di quelle punture che corse dalla madre chiedendo vendetta. Venere consolando il piccolo gli fece notare che le sue ferite provocavano ben più atroci dolori.

Negli affreschi si moltiplica in miriade di putti e angioletti che G. Brassens descrive in modo mirabile:

Fin dal fondo dei Campi Elisi,
appena essi sentano un Ti amo,
accorrono all'istante per contare i baci.

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