La vista
«non c'è alcuna cosa visibile e corporea che non significhi qualcosa di incorporeo e intelligibile»
(Scoto Eriugena)
(Scoto Eriugena)
Tra il 1000 e il 1100 Hugues de Saint-Victor scrisse: «il corpo ha cinque sensi: la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto, per i quali l’anima si apre in maniera adeguata all’esterno verso le cose visibili e produce tutto ciò che è gradevole, utile e necessario al corpo, così come per la ragione e la contemplazione l’anima si dirige verso il mondo invisibile. L’uomo si compone di una doppia natura, una spirituale e una corporale così è munito di una doppia facoltà cognitiva. All’interno è dotato della ragione, che è orientata alla contemplazione dell’invisibile, all’esterno è dotato della sensibilità che gioisce della contemplazione del mondo visibile. La ragione trova nei beni invisibili il suo frutto e il suo piacere, come la sensibilità scopre nei beni sensibili il gusto al quale è adattato».
L’occhio si dice ch’è la prima porta
Per la qual l’intelletto intende e gusta:
La seconda è l’udir con voce scorta,
Che fa la mente nostra esser robusta:
dal l' "Abram ed Isaac" di Feo Belcari (Firenze, 1410 – 1484)
La seconda è l’udir con voce scorta,
Che fa la mente nostra esser robusta:
dal l' "Abram ed Isaac" di Feo Belcari (Firenze, 1410 – 1484)
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