EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

martedì 16 dicembre 2008

Superfice di Dio


Dio è per definizione in esteso, ma ci è permesso, per la chiarezza del nostro enunciato, attribuirgli un numero qualsiasi, più grande di zero, di dimensioni, benché non ne abbia alcuna, se queste dimensioni spariscono nei due membri delle nostre identità.

Ci accontenteremo di due dimensioni, affinché si rappresentino agevolmente figure di geometria piana su di un foglio di carta.

Simbolicamente Dio si significa tramite un triangolo, ma le tre Persone non devono esserne considerate né come vertici né come lati. Sono le tre altezze di un altro triangolo equilatero circoscritto al tradizionale.
Questa ipotesi è conforme alle rivelazioni di Anne-Catherine Emmerich, che vide la croce (che noi consideriamo come simbolo del Verbo di Dio) in forma d’Y, e la spiega solo per questa ragione fisica, che nessun braccio di lunghezza umana avrebbe potuto essere teso fino ai chiodi dei rami di un Tau.



Dunque, POSTULATO:
Fino a più ampie informazioni e per nostra comodità provvisoria, noi supponiamo Dio in un piano e nella figura simbolica di tre rette eguali, di lunghezza a, aventi origine da uno stesso punto e formando tra di loro angoli di 120 gradi. È dello spazio compreso tra esse, o del triangolo ottenuto congiungendo i tre punti più distanti di queste rette, che noi ci proponiamo di calcolare la superficie.

Sia x la mediana prolungamento di una delle persone a, 2y il lato del triangolo a cui la mediana è perpendicolare, N e P i prolungamenti della retta (a + y) nei due sensi all’infinito (~).

Abbiamo:
x = ~ - N - a - P
Ora
N = ~ - 0
e
P = 0
Da cui
x = ~ - (~ - 0 ) - a - 0 = ~ - ~ + 0 - a - 0
x = - a

D’altra parte, il triangolo rettangolo i cui lati sono a, x e y ci dà
a2 = x2 + y2

Ne deriva, sostituendo a x il suo valore (- a)
a2 = (- a) 2 + y2 = a2 + y2

Da cui
y2 = a2 - a2 = 0
e
y = v0

Dunque la superficie del triangolo equilatero che ha per bisettrice dei suoi angoli le tre rette a sarà
S = y (x + a) = v0 (- a + a)
S = 0 v0.

COROLLARIO. - A prima vista del radicale v0, noi possiamo affermare che la superficie calcolata è al più una linea; in secondo luogo, se noi costruiamo la figura secondo i valori ottenuti per x e y, noi constatiamo:

Che la retta 2y, che sappiamo essere adesso 2v0, ha il suo punto d’intersezione su una delle rette a in senso inverso alla nostra prima ipotesi, poiché x = - a; e che la base del nostro triangolo coincide con il suo vertice;
Che le due rette a fanno con la prima angoli più piccoli almeno di 60°, e anzi non possono incontrare 2v0 se non coincidendo con la prima retta a.


Ciò che è conforme al dogma dell’equivalenza delle tre Persone tra loro e alla loro somma.

Noi possiamo dire che a è una retta che congiunge 0 a ~, e definitivamente Dio:

DEFINIZIONE. – Dio è la più corta distanza da zero all’infinito.

In che senso? Si dirà.

- Noi risponderemo che il Son nome non è Jules, ma Più-e-Meno. E si deve dire: ± Dio è la più corta distanza da 0 a ~, in un senso o nell’altro.

Ciò che è conforme alla credenza nei due principi; ma è più esatto attribuire il segno + al principio della credenza del soggetto.

Ma Dio essendo in esteso non è una linea.
Notiamo in effetti che, dall’identità
~ - 0 - a + a + 0 = ~
la lunghezza a è nulla, a non è una linea, ma un punto.

Pertanto, definitivamente:

DIO È IL PUNTO TANGENTE DI ZERO E DELL’INFINITO.



Alfred Jarry
Gesta e Opinioni del Dottor Faustroll patafisico

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