EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

martedì 26 giugno 2012

A me pare uguale agli dei (poesia Saffo)

A me pare uguale agli dèi/ chi a te vicino così dolce/ suono ascolta mentre tu parli/ e ridi amorosamente. Subito a me/ il cuore si agita nel petto/ solo che appena ti veda, e la voce/ si perde nella lingua inerte./ Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,/ e ho buio negli occhi e il rombo/ del sangue nelle orecchie./ E tutta in sudore e tremante/ come erba patita scoloro:/ e morte non pare lontana/ a me rapita di mente./ [da Lirici greci, in Poesie e discorsi sulla poesia, Mondadori, 1971] [trad. di Salvatore Quasimodo]

Nessun commento:

Posta un commento