EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

giovedì 22 dicembre 2011

Eurinome



Dal Caos, dalla voragine del nulla e del tutto usci Eurinome e cominciò l'ordine, che scaturiva dalla sua voglia di danzare o danzando portò l'ordine. Mise in alto il cielo e in basso il mare separandoli e danzando sulle onde afferrò il vento che tra le sue mani si trasformo nel serpente Ofione. Il desiderio prese Ofione che cinse Eurinome tra le sue possenti spire, che dopo l'amplesso, per liberarsi dalla stretta di Ofione, si tramutò in colomba. Eurinome depose l'Uovo Cosmico su cui Ofione si arrotolò sette volte su ordine della Dea. Covato e protetto da Ofione dall'Uovo nacquero tutte le cose: i pianeti, le stelle, la terra con i monti, i fiumi, gli alberi e tutte le creature viventi.
La coppia genitrice si stabilì nel monte Olimpo ma ecco che un nuovo sentimento prese Ofione, la superbia. Si vantò di essere lui il principio di tutto e fu punito con un calcio in bocca che gli ruppe tutti i denti e fu esiliato nelle sottosuolo.
Eurinome creò poi i Titani a protezione dei sette pianeti
 il Sole ebbe Tia e Iperione; la Luna Febe e Atlante; Marte Dione e Crio; Mercurio Meti e Ceo; Giove Temi ed Eurimedonte; Venere Teti e Oceano e a Saturno Rea e Crono.

(…) Cantava come la terra e il cielo e il mare, che un tempo
erano fusi insieme in un’unica forma,
furono gli uni divisi dagli altri a motivo della funesta discordia,
come nel cielo le stelle, e il percorso della luna e del sole,
abbiano un segno sempre fissato, e come sorsero i monti
e come nacquero i fiumi sonori, assieme alle Ninfe,
e gli animali. Cantava come all’inizio Ofione ed Eurinome,
figlia d’Oceano, ebbero la signoria dell’Olimpo
nevoso, e come, vinti dalla violenza, cedettero
il proprio potere Eurinome a Rea e a Crono Ofione,
e precipitarono dentro le acque d’Oceano.
(Apollonio Rodio, Argonautiche, I, 496-506)

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