
Avevo dieci anni quando per la prima volta mi senti dire:
-Devi sapere quanto vali!
In quegli anni era abbastanza facile: c'era la scuola a fartelo capire.
gli amici poi davano il loro apporto per la tua auto stima, ma soprattutto la famiglia, la mia era una famiglia molto larga, e l'approvazione o la disapprovazione arrivava su tutti i campi.
Con l'Università, se non cambiava la valutazione "culturale", aumentava quella dell'approvazione sociale da parte dei "conoscenti", uso proprio "conoscenti" perchè capì quanto era sfruttato il termine amici, discorso lungo e complesso si dovrà riservare a questo termine. Diminuiva in compenso quello familiare, una accettazione rassegnata della tua non conformità e ribellione.
Arrivarono gli anni del lavoro, della produttività, a decidere il tuo valore fu il mercato, sempre meno pesava la famiglia, perchè sempre meno erano i parenti stretti e più agevole scappare da quelli prossimi. Alta era la stima per pochi con i quali dividevi il pane, le poche gioie e le aspettative più recondite come a nutrire il mio io.
Poi la scoperta di essenze a cui non chiedi e non dai, ma che ti rendono vivo attraverso le loro vite, mai finirà il grazie a loro.
Ora finalmente ho una risposta quantitativa al mio valore.
Io so quanto valgo, valgo precisamente 29 denari.
Pagate e vi libero della mia presenza!
Ma non riuscirete a lavarvi le mani!
Nessun commento:
Posta un commento