EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

mercoledì 21 aprile 2010

Tamiri

PERUZZI, Baldassare
Apollo e le Muse
1514-23
Olio su legno, 35 x 78 cm
Galleria Palatina (Palazzo Pitti), Firenze


«E quelli che Pilo abitavano e l'amabile Arene,
e Trio, guado dell'Afeo, ed Epi ben costruita,
e Ciparissento ed Anfigénia abitavano,
e Pteleo ed Elo e Dorio, là dove le Muse
fattesi avanti al tracio Támiri tolsero il canto,
mentre veniva da Ecalia, da Euríto Ecaleo
e si fidava orgoglioso di vincere, anche se esse,
le Muse cantassero, figlie di Zeus egíoco!
Ma esse adirate lo resero cieco e il canto
divino gli tolsero, fecero sí che scordasse la cetra...»

Iliade, libro II, vv. 591-600.

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