EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

giovedì 2 agosto 2012

La stazione (poesia)

Il mio arrivo nella città di N./ è avvenuto puntualmente./ Eri stato avvertito/ con una lettera non spedita./ Hai fatto in tempo a non venire/ all'ora prevista./ Il treno è arrivato sul terzo binario./ E' scesa molta gente./ L'assenza della mia persona/ si avviava verso l'uscita tra la folla./ Alcune donne mi hanno sostituito/ frettolosamente/ in quella fretta/. A una è corso incontro/ qualcuno che non conoscevo,/ ma lei lo ha riconosciuto/ immediatamente./ Si sono scambiati/ un bacio non nostro,/ intanto si è perduta/ una valigia non mia./ La stazione della città di N./ ha superato bene la prova/ di esistenza oggettiva./ L'insieme restava al suo posto./ I particolari si muovevano/ sui binari designati./ E' avvenuto perfino/ l'incontro fissato./ Fuori dalla portata/ della nostra presenza./ Nel paradiso perduto/ della probabilità./ Altrove./ Altrove./ Come risuonano queste piccole parole/ (Wislawa Szymborska)

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