EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

sabato 5 febbraio 2011

FAMA ED ETERNITA' (poesia)



1.

Da quanto tempo già stai seduto
sul tuo destino avverso?
Fa attenzione! tu mi covi ancora
un uovo,
un uovo di basilisco
dal tuo lungo affanno.

Perché mai Zarathustra striscia lungo il monte? -

Diffidente, ulceroso, cupo,
a lungo in agguato -,
ma, d’improvviso, un lampo
chiaro, terribile, un colpo
contro il cielo dell’abisso:
al monte stesso si scuotono
le viscere…

Dove odio e folgore
si unirono, una maledizione,
sui monti dimora adesso l’ira di Zarathustra,
come nube di tempesta striscia sulla sua strada.

Si rintani chi ha un’ultima coperta!
A letto voi, esseri delicati!
Rotolano i tuoni ora sulle volte,
trema ora tutto ciò che è trave e muro,
sussultano ora lampi e verità giallo – zolfo -
Zarathustra maledice…

2.

Questa moneta con cui
Il mondo intero paga,
fama -,
afferro con i guanti questa moneta,
con ribrezzo la calpesto sotto di me.

Chi vuole esser pagato?
Coloro che si possono comprare…
Chi è in vendita, protende
grosse mani
verso questo comodo tintinnio di latta, fama!

- Vuoi tu comprarli?
tutti si possono comprare.
Ma offri molto!
Fai tintinnare una borsa piena!
- li rinforzeresti altrimenti,
rinforzeresti altrimenti le loro virtù…

Sono tutti virtuosi.
Fama e virtù - si accordano.
Sin quando vivrà il mondo,
pagherà il cicaleccio della virtù
con lo strepitio della gloria -,
il mondo vive di questo chiasso…

Dinanzi a tutti i virtuosi
voglio essere colpevole,
colpevole esser chiamato di ogni grande colpa!
Dinanzi a tutti i megafoni della fama
la mia ambizione diventa verme -,
tra costoro mi prende il desiderio
di esser infimo…
Questa moneta con cui
Il mondo intero paga,
fama -,
afferro con i guanti questa moneta,
con ribrezzo la calpesto sotto di me.

3.

Silenzio!
Di grandi cose – io vedo cose grandi! –
bisogna tacere
o parlare con grandezza:
parla con grandezza, mia estasiata saggezza!

Io guardo in alto –
lì scorrono mari di luce:
oh notte, oh silenzio, oh strepito silenzioso come la morte!…

Io vedo un segno -,
dalle più remote lontananze
cala verso di me lenta, scintillante una costellazione…

4.

Supremo astro dell’essere!
Tavola di eterne immagini!
Tu vieni a me? –
Ciò che nessuno ha scorto,
la tua muta bellezza, -
come? non fugge essa dinanzi ai miei sguardi?

Stemma della necessità!
Tavola di eterne immagini!
- ma tu lo sai:
ciò che tutti odiano,
ciò che io solo amo,
che tu sei eterno!
che tu sei necessario!
Il mio amore si accende
in eterno solo alla fiamma della necessità.

Stemma della necessità!
Supremo astro dell’essere!
- che nessun desiderio raggiunge,
che nessuno imbratta,
eterno si dell’essere,
eternamente sono io il tuo si:
perché io ti amo, oh eternità! –


(Friedrich Wilhelm Nietzsche)

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