EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

mercoledì 25 agosto 2010

NON SONO NE' UN ARTISTA NE' UN POETA


Non sono né un artista né un poeta.
Ho trascorso i miei giorni scrivendo e dipingendo,
ma non sono in sintonia
con i miei giorni e le mie notti.
Sono una nube,
una nube che si confonde con gli oggetti,
ma ad essi mai si unisce.
Sono una nube,
e nella nube è la mia solitudine,
la mia fame e la mia sete.
La calamità è che la nube, la mia realtà,
anela di udire qualcunaltro che dica:
"Non sei solo in questo mondo
ma siamo due, insieme,
e io so chi sei tu."


(Kahlil Gibran)
(dipinto di Massimo Nube)

mercoledì 18 agosto 2010

LA RAGNATELA


LA RAGNATELA

La mia anima sospesa
Dalle tue labbra
Aspettando le tue parole.
Intrappolata nella ragnatela
Dei tuoi desideri.
Mi lascio divorare
Dal tuo amore
Come un insetto che si posa
Su un fiore carnivoro
Inebriato dalla sua bellezza
Mortale.

(Rodica Vasiliu)

venerdì 13 agosto 2010

MATA E GRIFONE






Uno o due giorni prima di ferragosto, due statue equestri in cartapesta, alte oltre otto metri, percorrono le strade della città di Messina, da Camaro al Municipio. Le statue sono in legno cavo all'interno e rappresentano i "giganti" Mata e Grifone, per opera di Martino Montanini. Originariamente le statue erano prive delle zampe dei cavalli, in quanto venivano portate in giro a spalla, in modo tale da riprodurre il trotto degli animali. Negli anni cinquanta i cavalli furono completati di zampe e le statue di Mata e Grifone furono caricati su dei carrelli, in modo di essere trainati con maggiore facilità.Pur non essendoci una data sicura, le origini delle statue sono legate ad una storia risalente a metà del X secolo e forse furono costruite per celebrare origini più antiche, in competizione con Palermo
Mata era figlia di un nobile, tale Cosimo II di Castellaccio e Camaro. Il suo vero nome era Marta.
Grifone era un saraceno di grande mole, a capo di un esercito conquistatore. Il suo vero nome era Hassan Ibn Hammar (da cui derivò poi Dinnammare) e il nome Grifone derivò da Grifo, che era una carica politica dell’epoca.
In quel periodo Messina era sottoposta alle scorrerie dei saraceni e, proprio in una di queste occasioni, Ibn-Hammar, adocchiò Mata. Il gigante moro si innamorò della ragazza, tanto da chiederla in sposa al padre, il quale però gliela rifiutò, perchè non di fede cattolica.Il saraceno se la ebbe a male e persa la testa cominciò a commettere scorribande feroci, senza risparmiare crudeltà agli abitanti del luogo.Per porre fine a questa situazione drammatica, il nobile messinese decise di acconsentire alle nozze, ma Mata pose la condizione che il saraceno dovesse convertire prima al cristianesimo. Il giovane, allora per amore, accettò la condizione, si convertì al cristianesimo e prese il nome di Grifo, ma, essendo grande e grosso, venne subito appellato Grifone.Grifone, una volta sposato, smise di fare scorrerie e si dimostrò gentile e sinceramente innamorato e il matrimonio con Mata si rivelò molto prolifico, tanto da mettere al mondo moltissimi figli. A causa della sua numerosa prole, nacque la leggenda che Mata e Grifone furono i progenitori dei messinesi.
Vi sono, però, altre versioni della vera origine dei progenitori dei messinesi. C'è chi ha voluto identificare nei due giganti Kronos e Rhea. Altri sostennero, invece, che le statue rappresentassero Cam e Rea oppure Zanclo e Rea.

giovedì 12 agosto 2010

BUONANOTTE

Le donne mi sorprenderanno sempre...
per la loro capacità di amare,
di sperare ancora che il domani sia migliore,
per la loro forza,
per... per... per...
per essere semplicemente DONNE.


domenica 1 agosto 2010

Balma Boves









foto by Indi





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ESILIO ?



Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole

ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe

ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

(Nazim Hikmet) - Berlino 1961