EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

venerdì 25 novembre 2011

Ieri oggi domani mai sempre


"Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo."
(F.Pessoa)

martedì 22 novembre 2011

Venezia


Siamo abituati a girare e a subire il "ricatto" di un percorso obbligato da cartelli dai mille colori messi in ogni angolo per non farci perdere. Siamo così condizionati a seguire le indicazioni che nessuno è più capace di camminare e trovare la strada da solo, orientandosi con gli elementi naturali, come facevano prima gli uomini. Di giorno il sole il muschio l'acqua che scorre verso il mare. La notte con le stelle la luna e le primitive bussole che puntavano verso Nord.
Le storie le leggende i miti che accompagnavano ogni viaggio facevano temere l'improvvisa apparizione di un mostro o di una strega o un folletto che ammaliando con lusinghe di tesori o di notti erotiche avrebbe rapito il viandante ignaro.
Anche a Venezia troverai tanti cartelli gialli che indicano "La Ferrovia" - "San Marco" - "Il ponte di Rialto"...
Dammi retta non seguirli non guardarli snobbali segui il tuo istinto.
Perchè vuoi seguire per forza la massa informe di persone che non sanno nemmeno che strada stanno percorrendo e verso cosa vanno? Li hai mai guardati bene? Non vedono non osservano non si fermano. La rabbia mi prende sempre ogni volta che li incontro ed è per questo che non seguo la fiumana di turisti, ma giro ed entro nella città nelle sue stradine le sue viuzze mi perdo nei suoi angoli e ammiro i suoi fiori così colorati così profumati, i merletti dei suoi balconi, il colore dell'acqua che l'attraversa con le sue gondole e le sue barche così colorate. Asseconda il tuo istinto, non per una volta ma ogni volta. Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere la strada.

Venezia è una città che va amata va presa per mano. Lascia che ti guidi come un'innamorata, che ti guardi con un po' di rossore sulle guance come se si vergognasse di questo amore, lascia che giochi a nascondino per le callette che sparisca negli angoli nascosti sconosciuti alle guide e ai turisti. Scoprirai tesori di una città che non è morta è solo addormentata perchè non ha più chi la ama come una vecchia signora va amata.
Scoprirai quanto è civettuola intrigante come lusinga chi si abbandona fra le sue braccia.
Diventa parte di essa e lei ti ripagherà.
Chiudi gli occhi... guardala con il cuore e scoprirai quanto è bella e quanto sa amare.

lunedì 21 novembre 2011

Madonna dell’Orto - Venezia


(foto By Lamia)

La chiesa della Madonna dell’Orto è l’ultima che ha ancora l’originale sagrato in cotto a spina di pesce.
Si racconta che a scolpire le statue dei dodici apostoli fu un maestro scalpellino di nome Paolo dalle Masegne.
In quell’epoca,  prima metà del ‘300, non si usava rappresentare Giuda con le sue sembianze ma si sostituiva con San Mattia che fu l’apostolo che prese il suo posto dopo il suicidio.
Nessuno sapeva che Paolo era un adoratore del demonio e la chiesa della Madonna dell’Orto, dedicata a Dio alla beata Vergine e a San Cristoforo nella speranza del maestro scappellino doveva divenire un luogo per il culto satanico infatti aveva ricevuto dal demonio stesso una delle 30 monete di Giuda proprio per inserirla nella statua del discepolo rappresentato dall’artista con le sue vere sembianze.
Bisognava però consacrare il tutto con una messa proprio per sancire il sacrilegio, il paolo prese accordo per una da celebrare durate la settimana santa del 1366.
In quegli anni viveva a Venezia una Bambina riconosciuta dalla popolazione che già Santa, Isabella Contarin. Il popolo diceva che avesse la capacità di parlare con i morti e di riconoscere la bontà delle persone con il solo sguardo.
Durante la cerimonia Isabella guardò negli occhi Paolo e disse a voce alta che questi era un discepolo del Demonio, questi si scaglio contro la bimba ma un fedele scagliò contro il malvagio un dispensario di acqua santa, appena l’acqua lo raggiunse cadde in terra svenuto, il celo si fece nero come la notte e un vento soffiò forte e passato sul corpo dell’uomo a terra lo rianimò facendogli però perdere la memoria. La statua è ancora li.