Il duodecedron elevatus è uno dei poliedri che Leonardo da Vinci, il genio fiorentino, aveva disegnato per il De divina proportione dell’amico Luca Pacioli, quando correva l’anno 1498.
Il Rinascimento, geometria e architettura, viene analizzato soprattutto dal punto di vista della ricerca nel campo della geometria e dell'importanza che questa ha avuto nel progetto dell'architettura. L'artista rinascimentale é un'intellettuale a tutto tondo: pittore, scultore, architetto, matematico, uomo di scienza.
Leonardo Da Vinci disegnò i poliedri per tre manoscritti dell’opera, De divina proportione, uno dei quali si conserva a Milano, l'altro a Ginevra, mentre quello dato in dono al gonfaloniere di Firenze, Soderini, risulta perduto. Quei poliedri si rifacevano al IV secolo a.C., ai solidi platonici ed euclidei: tra questi, il dodecaedro era inteso come immagine dell'universo nella sua totalità. Nel XV secolo, essi erano stati preceduti dagli studi di Paolo Uccello e di Piero della Francesca; nel XVI secolo, furono poi seguiti da quelli di Albrecht Durer, Daniele Barbaro, Lorenzo Sirigatti. Una forma d'arte che trova corrispondenza nell'attualità del “Diamante” Enel, una centrale energetica a energia solare di nuova generazione, progettata nel 2007 dalla Ricerca Enel e dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Pisa, che nasce per integrarsi con luoghi naturali o di particolare rilevanza artistica. La struttura è simile proprio al duodecedron elevatus (dodecaedro, sia solido che vacuo) di Leonardo-Pacioli che è costituito da 90 lati e 180 angoli, i quali formano 60 triangoli equilateri in piramidi pentagonali ed esagonali.