EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

domenica 30 dicembre 2012

domenica 9 dicembre 2012

Angelo Cottone

(Dietro le sbarre) "Coi gomiti appoggiati all'inferriata della mia prigione cerco una risposta nella mia anima. - Che senso ha parlare di Dio?-"

lunedì 26 novembre 2012

Nazim Hikmet (poesia)

Ti sei stancata di portare il mio peso/ ti sei stancata delle mie mani/ dei miei occhi della mia ombra/ dei miei tradimenti/ le mie parole erano incendi/ le mie parole erano pozzi profondi/ le mie parole erano stanchezza, noia serale,/ un giorno improvvisamente/ sentirai dentro di te/ il peso dei miei passi/ che si allontanano esitando/ quel peso sarà quello più grave./ (Nazim Hikmet)

lunedì 12 novembre 2012

Buon compleanno

Che la luce illumini i tuoi passi "Esiste o no/ il sogno che smarrii/ prima dell'alba?" -- Jorge Luis Borges

giovedì 1 novembre 2012

Fabrizio M.

"... come davanti ad uno specchio vedo dietro di me figure di uomini senza volto nè corpo, solo ombre senza ricordo..." Eppure di fronte alla morte ritornano nitidi i momenti passati insieme.

martedì 23 ottobre 2012

Nicola De Maria - Festa nella camera della testa

Come tutte le favole anche questa comincerà con un...

C'era una volta...

Ma è strano pronunciare queste parole perché la nostra storia è invece ambientata in questi giorni.

"Il cuore le batteva forte, cercava di stare sdraiata sulla sabbia ancora calda e teneva stretto al petto il suo bambino. L'appuntamento era ad una certa ora della notte, ma non aveva orologio e nessuno era con lei. Doveva nascondersi: se l'avessero scoperta.... era morte sicura.
Negli ultimi mesi era vissuta fuggendo. Fuggiva da tante cose, tante persone, ma soprattutto fuggiva da una vita che l'aveva ferita fin nel profondo.
Era scappata di casa, da un marito che la picchiava in continuazione, da una famiglia quella del marito che la considerava una schiava e la sottoponeva ad ogni serie di maltrattamenti continui. Le botte e gli insulti erano all'ordine del giorno. Era ancora una bambina quando l'avevano costretta a sposarsi.
Non c'era mai stato amore fra loro. Lui molto più grande di lei. Secondo le loro tradizioni doveva subito avere un figlio e doveva essere maschio.
Non importava che ora fosse, lui la prendeva ovunque la trovasse e la faceva sottostare ai suoi abusi. Le prime volte aveva pianto aveva cercato di divincolarsi da una stretta che le faceva male. Il sangue le scendeva lungo le gambe dopo ogni volta, e doveva lavarsi. L'acqua era poca: dovevano andare a prenderla in un pozzo lontano alcuni km da dove abitavano. La usava di nascosto. Guai a farsi vedere. Le donne anziane della famiglia la bastonavano se faceva quello che secondo loro non andava bene. Anche loro avevano avuto lo stesso trattamento da giovani. Fossero state le regole della tribù o la loro vendetta dopo anni, lei comunque sembrava che non facesse mai niente che a loro piacesse.
Rimase incinta.
Nonostante la nausea, il dolore alla schiena e la pancia che piano piano aumentava non le venivano risparmiati i lavori più faticosi.
Anche il suo bambino nacque nella polvere nella sporcizia nella miseria. Dopo il parto cominciò a stare male aveva la febbre e i brividi. Fu chiamato un uomo dal villaggio vicino. Quando arrivò lei ebbe paura: vestito di stracci di cui non si conoscevano più i colori, con scarpe grandi, troppo grandi per i suoi piedi ossuti e una lunga barba che quando le si avvicinò puzzava terribilmente di qualche strana erba che aveva fumato.
Le fece bere un intruglio che a lei non piaceva: era amaro nauseante ed ebbe subito l'impressione che l'avrebbe fatta vomitare.
Ma non accadde, anzi si addormentò poco dopo. I suoi sogni furono agitati: le sembrava di essere in riva ad un fiume a prendere l'acqua, era stanca non riusciva a muoversi. Il suo bambino era lì vicino che giocava con dei sassi. Quando...

sabato 20 ottobre 2012

Gitanjali di Tagore

"- Il giorno che la Morte picchierà alla tua porta, cosa le offrirai?/ - Presenterò alla mia ospite la coppa piena della mia vita, non lascerò che se ne vada a mani vuote./ Giunto al termine dei miei giorni, quando la Morte picchierà alla mia porta, presenterò a lei tutta la soave vendemmia dei miei giorni di autunno e delle mie notti estive, e tutto ciò che ho guadagnato o raccolto durante l'operosa mia vita." ------------ (Dalla mia biblioteca privata// Edizione settembre 1914)

lunedì 15 ottobre 2012

Alberto Pancorbo (pittore)

"Scusa, non posso parlare più forte. Non so quanto riuscirai a sentirmi, me che ti parlo. Ma riuscirai mai a sentirmi? Il mio nome è... Ti prego, accosta l'orecchio alla mia bocca, per quanto tu possa essere lontano, ancora adesso o sempre. Altrimenti non posso farmi capire da te. E, anche se ti degnerai di esaudire la mia preghiera, resteranno tanti silenzi che dovrai riempire da solo. Ho bisogno della tua voce, quando la mia viene meno. ...." - LO SPECCHIO NELLO SPECCHIO di Michael Ende

mercoledì 10 ottobre 2012

mercoledì 19 settembre 2012

L'albero m'è penetrato nelle mani (poesia)

L'albero m'è penetrato nelle mani,/ La sua linfa m'è ascesa nelle braccia,/ L'albero m'è cresciuto nel seno -/ Profondo,/ I rami spuntano da me come braccia./ Sei albero,/ Sei muschio,/ Sei violette trascorse dal vento -/ Creatura - alta tanto - tu sei,/ E tutto questo è follia al mondo./ (Ezra Pound)

sabato 15 settembre 2012

Roberto Roversi

“Silenziosi sedenti in questa/ fra il verde, unico sole,/ osteria di campagna”

martedì 4 settembre 2012

Libertà

Nelle pieghe della mia coscienza sono tornata./ Cammino su strade sconosciute/ in un mondo impossibile/ dove non conosco niente./ En garde.../ ma sulla pedana sono rimasta da sola./

sabato 18 agosto 2012

Senza titolo

...e impari che/ la vecchiaia non è data dal tempo/ ma da quando smetti di cercare.../ da quando perdi la tua esuberanza,/ da quando inizi a sentirti vecchio...

mercoledì 8 agosto 2012

lunedì 6 agosto 2012

137

" Fu Richard Feynman, infatti, a suggerire che tutti i fisici affiggessero una targhetta nei loro uffici e nelle loro abitazioni per ricordarci di quanto poco sappiamo. Sulla targhetta non ci sarebbe stato altro che questo: 137. Ora, 137 è l'inverso di una cosa chiamata "costante di struttura fine". Questo numero è in relazione con la probabilità che un elettrone possa emettere o assorbire un fotone. La costante di struttura fine risponde anche al nome di costante alfa, e corrisponde al quadrato della carica dell'elettrone diviso per la velocità della luce moltiplicato per la costante di Planck. L'unico significato di tale sproloquio è che questo numero, 137, contiene l'essenziale dell'elettromagnetismo (l'elettrone), della relatività (la velocità della luce) e della teoria dei quanti (la costante di Planck). Sarebbe meno sconvolgente se il rapporto tra tutti questi importanti concetti risultasse pari a 1 o a 3 o, forse, ad un multiplo di p greco. Ma 137?

La cosa più notevole a proposito di questo notevole numero è che esso è privo di dimensioni... Molti numeri si presentano con dimensioni. Ma risulta che, quando si combinano tutte le quantità che costituiscono la costante di struttura fine, tutte le unità si cancellano! 137 si presenta da solo; si presenta ovunque in tutta la sua spoglia nudità. Ciò significa che gli scienziati di Marte o del 14° pianeta della stella Sirio, usando qualsiasi accidente d'unità per la carica e la velocità e la loro versione della costante di Planck, otterrebbero sempre 137. Si tratta di un numero puro.

I fisici si sono scervellati sul numero 137 per gli ultimi 50 anni. Werner Heisenberg (a cui dobbiamo il famoso "Principio d'indeterminazione", uno dei pilastri della fisica quantistica) (n.d.r.) affermò una volta che tutti i dilemmi della meccanica quantistica si sarebbero risolti non appena si fosse finalmente spiegato il 137... Un altro scienziato, Wolfang Pauli, era ossessionato dal 137, e passava innumerevoli ore a meditare sul suo significato. "

Come più volte detto ogni simbolo che noi ritroviamo nell'ebraico antico è una terra tutta da scoprire. Non è solo un simbolo di scrittura per comunicare, ma racchiude in sè un mondo che va studiato e compenetrato. E' mai esistito qualcuno che sia riuscito ad entrare in ogni simbolo e sentirsi circondato e avvolto. Mai nessuna lingua ha avuto una spiegazione più profonda come l'ebraico. Ogni nome sia che sia riferito a persone o cose ha un riscontro nella Cabalà.

Se la particella di Dio ruota intorno a tre numeri 136-137-138, l'inizio o la definizione della SS.Trinità?

137=numero primo, perfetto=Dio

136=lo Spirito Santo, l'onda che da la vita

138=il Figlio colui che come particella è sceso sulla terra

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giovedì 2 agosto 2012

La stazione (poesia)

Il mio arrivo nella città di N./ è avvenuto puntualmente./ Eri stato avvertito/ con una lettera non spedita./ Hai fatto in tempo a non venire/ all'ora prevista./ Il treno è arrivato sul terzo binario./ E' scesa molta gente./ L'assenza della mia persona/ si avviava verso l'uscita tra la folla./ Alcune donne mi hanno sostituito/ frettolosamente/ in quella fretta/. A una è corso incontro/ qualcuno che non conoscevo,/ ma lei lo ha riconosciuto/ immediatamente./ Si sono scambiati/ un bacio non nostro,/ intanto si è perduta/ una valigia non mia./ La stazione della città di N./ ha superato bene la prova/ di esistenza oggettiva./ L'insieme restava al suo posto./ I particolari si muovevano/ sui binari designati./ E' avvenuto perfino/ l'incontro fissato./ Fuori dalla portata/ della nostra presenza./ Nel paradiso perduto/ della probabilità./ Altrove./ Altrove./ Come risuonano queste piccole parole/ (Wislawa Szymborska)

domenica 15 luglio 2012

venerdì 13 luglio 2012

Ponte del diavolo a Torcello (Venezia)

Durante l’occupazione austriaca, una ragazza veneziana si innamorò proprio di un ufficiale di quell’esercito. La famiglia di lei non era d'accordo, a tal punto che il suo innamorato fu trovato addirittura assassinato. La fanciulla era a tal punto disperata, da rivolgersi ad una maga che fece un patto con il diavolo, il quale promise di ridare vita al ragazzo se in cambio gli avessero offerto l'anima di 7 bambini. Si stipulò il contratto, si decise il luogo dell’incontro, proprio il ponte di Torcello. La ragazza e la maga si presentarono all’appuntamento vedendo dall'altra parte del ponte, il diavolo e il ragazzo. La ragazza attraversò il ponte, raggiunse l’amato e fuggirono insieme. E venne la volta del pagamento di cui se ne doveva occupare la maga. Stipulò un nuovo appuntamento nei successivi 7 giorni, ma morì per cause naturali prima di far fronte alla propria promessa. Da quel giorno ogni notte, il diavolo appare sul ponte ad aspettare le anime pattuite.

giovedì 28 giugno 2012

Lilith

Il ciuffo di crine nero su Lilith, opera in olio, cenere, rame e oggetti sparsi, di Anselm Kiefer, Tate Modern di Londra. La soluzione del quadro pare trovarsi nell’Apocalisse, ossia alla fine della Bibbia come la Genesi, in cui Lilith non compare, ne è l’inizio: “Quando l’Agnello aprì il sesto sigillo, vidi che vi fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine, la luna diventò tutta simile al sangue”.

martedì 26 giugno 2012

A me pare uguale agli dei (poesia Saffo)

A me pare uguale agli dèi/ chi a te vicino così dolce/ suono ascolta mentre tu parli/ e ridi amorosamente. Subito a me/ il cuore si agita nel petto/ solo che appena ti veda, e la voce/ si perde nella lingua inerte./ Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,/ e ho buio negli occhi e il rombo/ del sangue nelle orecchie./ E tutta in sudore e tremante/ come erba patita scoloro:/ e morte non pare lontana/ a me rapita di mente./ [da Lirici greci, in Poesie e discorsi sulla poesia, Mondadori, 1971] [trad. di Salvatore Quasimodo]

domenica 24 giugno 2012

Tanti auguri

C'é tanta solitudine in quel silenzio. La luna delle notti non é la luna che il primo Ulisse vide. I lunghi secoli dell'umano vegliare l'han colmata d'antico pianto. Guardala. È il tuo specchio.

mercoledì 20 giugno 2012

L'ange du foyer (Max Ernst)



Mi chiedo sempre perchè ci ostiniamo a cercare un significato nascosto nelle opere di un artista, provare a capire o interpretare questo dipinto è pura follia.
Lasciamo semplicemente che la mente vada oltre orizzonti conosciuti su lande inesplorate e abbandoniamoci alla visione pura e semplice di questo quadro.

domenica 17 giugno 2012

Il bacio (Klimt)

Dell’uomo è visibile solo la nuca ed un parziale profilo molto scorciato. La donna ci mostra invece l’intero viso, piegato su una giacitura orizzontale. Ha gli occhi chiusi ed un’espressione decisamente estatica. È proprio il volto della donna che dà al quadro un aspetto di grande sensualità.

domenica 10 giugno 2012

SI MIS MANOS PUDIERAN DESHOJAR (poesia)

Yo pronuncio tu nombre En las noches oscuras Cuando vienen los astros A beber en la luna Y duermen los ramajes De las frondas ocultas. Y yo me siento hueco De pasión y de música. Loco reloj que canta Muertas horas antiguas. Yo pronuncio tu nombre, En esta noche oscura, Y tu nombre me suena Más lejano que nunca. Más lejano que todas las estrellas Y más doliente que la mansa lluvia. ¿Te querré como entonces Alguna vez? ¿Qué culpa Tiene mi corazón? Si la niebla se esfuma ¿Qué otra pasión me espera? ¿Será tranquila y pura? ¡¡Si mis dedos pudieran Deshojar a la luna!! (Federico Garcia Lorca)

venerdì 18 maggio 2012

BRISCULA 'N CUMPAGNI


Joueurs de cartes-Giocatori di carte” di Paul Cezanne.
 




BRISCULA 'N CUMPAGNI



– Parrati, don Caloriu, comu siti?

– Bonu, vui siti bonu? – Sentu diri:

càrrichi, o 'nnunca brisculi, 'nn'aviti?

– Zoccu vuliti, a vostru piaciri.



– 'Na briscula vistuta. – Chi diciti?

– Briscula! Quanti voti l'haju a diri?

– È grossa... – Non fa nenti, favuriti...

– E si non vi vulissi favuriri?...



– Càrricu, mancu? Cca c'è 'n sei di spati!...

– E chi schifiu è, di 'sta manera?

Don Peppi Nnappa, d'accussì jucati?



– Misseri e sceccu ccu tutta 'a tistera,

comu vi l'haju a diri, a vastunati,

ca mancu haju sali di salera?


Nino Martoglio 
La Centona (JUCATURI)

lunedì 23 aprile 2012

Barech

Kaddesh קדש (La benedizione del Kiddush e il primo bicchiere di vino) 
Ur'chatz ורחץ (La pulizia delle mani, come nella Netilat Yadaim ma senza benedizione)
Karpas כרפס (Si intinge il sedano nell'acqua salata) 
Yachatz יחץ (Rottura della Matzah centrale.) 
Maggid מגיד(Racconto della storia di Pesach. Le quattro domande.) 
Rochtzah רחץ(Seconda abluzione delle mani) 
Motzi/ Matzah מוציא / מצה (Benedizione sulle matzot) 
Maror מרור (Si mangia il charoset ed il maror) 
Korech כורך (Si mangia la Matzah, lo charoset, ed il maror) 
Shulchan Orech שולחן עורך (Viene servita la cena) 
Tzafun צפון (Si consuma la afikomen) 
Barech ברך (Benedizione dopo la cena, coppa di vino e benvenuto al profeta Elia) 
Hallel הלל (Si cantano le canzoni, coppa di vino) 
Nirtzah נירצה (Conclusione) 





giovedì 19 aprile 2012

William Blake



Quando le porte della percezione si apriranno tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite.






La prudenza è una ricca e ripugnante vecchia zitella corteggiata dall'Incapacità.




Eternity


Ho who bends to himself a Joy
Doth the winged life destroy;
But he who kisses the Joy as it flies
Lives in Eternity’s sunrise.

L'Eternità

Chi lega a sé una Gioia
Distrugge la vita alata;
Ma chi bacia la Goia in volo
Vive nell’alba dell’Eternità

venerdì 9 marzo 2012

Addio a Elio Pagliarani

 

I goliardi delle serali in questa nebbia

I goliardi delle serali in questa nebbia
hanno voglia di scherzare: non è ancora mezzanotte
e sono appena usciti da scuola
                                                  «Le cose nuove e belle
che ho appreso quest'anno» è l'ultimo tema da fare,
ma loro non di danno pensiero, vogliono sempre scherzare.
Perché il vigile non interviene, che cosa ci sta a fare?
È vero però che le voci sono fioche e diverse, querule anche nel riso,
o gravi, o incerte, in formazione e in trasformazione
disparate, discordi, in stridente contrasto accomunate
senza ragione senza necessità senza giustificazione,
ma come per il buio e il neon è la nebbia che abbraccia affratella
                                                                        [assorbe inghiotte,
e fa il minestrone
                        e loro ci sguazzano dentro, sguaiati e contenti
- io attesto il miglior portamento dei due allievi sergenti,
il calvo in ispecie, che se capisce poco ha una forza di volontà
militare, e forse ha già preso il filobus.
Quanta pienezza di vita e ricchezza di esperienze!
di giorno il lavoro, la scuola di sera, di notte schiamazzi
(chi sa due lingue vive due vite)
di giorno il lavoro la scuola di sera, - non tutti la notte però fanno
                                                                                                [i compiti
e non imparano le poesie a memoria, di notte preferiscono fare schiamazzi,
nascondere il righello a una compagna
                                                            e non fanno i compiti
- ma non c'è nessuno che bigi la scuola
                                                                   sono avari
tutti avari di già, e sanno che costa denari denari.
1953


Elio Pagliarani
da Cronache ed altre poesie
(1954)


giovedì 1 marzo 2012

LUCIO DALLA

Chi ha fatto il liceo con Lucio Dalla come "compagno"... alzi la mano.

mercoledì 22 febbraio 2012

Incipit..

L'autobus stava per partire, rombava sordo con improvvisi raschi e singulti. La piazza era silenziosa nel grigio dell'alba, sfilacce di nebbia ai campanili della Matrice: solo il rombo dell'autobus e la voce del venditore di panelle, panelle calde panelle, implorante e ironica. Il bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosse con un rumore di sfasciume. L'ultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza , colse l'uomo vestito di scuro che veniva correndo; il bigliettaio disse all'autista "un momento" e aprì lo sportello mentre l'autobus ancora si muoveva. Si sentirono due colpi squarciati: l'uomo vestito di scuro, che stava per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato su per i capelli da una mano invisibile; gli cadde la cartella di mano e sulla cartella lentamente si afflosciò.







martedì 21 febbraio 2012

16 Giugno 1904


Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall'alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio.




venerdì 27 gennaio 2012

Per non dimenticare...

Nessuno mai ha diritto di vita e di morte su un altro essere umano anche se diverso per razza religione e cultura...

mercoledì 11 gennaio 2012

Parole


Non è facile scegliere di tacere.
Assaporare il silenzio
e insieme l'amarezza della parola non detta.
In un attimo
il dolore è diventato dolore
e fa male.

Parole non dette
parole dette troppo alla svelta
parole amare
parole d'amore
parole di rabbia.

E poi il nulla
il silenzio
un rimpianto di quello che è
di quello che poteva essere.

Domattina a dispetto
il sole sorgerà ancora.

martedì 3 gennaio 2012

Il settimo sigillo



"Il mio cuore è vuoto, ed è vuoto come uno specchio che sono costretto a fissare..."