EPICURO E LA FORMA NUOVA

"Quand'ero giovane e libero e la mia fantasia non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo.
Diventato più vecchio e più saggio, scoprii che il mondo non sarebbe cambiato, per cui limitai un po' lo sguardo e decisi di cambiare soltanto il mio Paese.
Ma anche questo sembrava immutabile.
Arrivando al crepuscolo della mia vita, in un ultimo tentativo disperato, mi proposi di cambiare soltanto la mia famiglia, le persone più vicine a me, ma ahimé non vollero saperne.
E ora mentre giaccio sul letto di morte, all'improvviso ho capito: se solo avessi cambiato prima me stesso, con l'esempio avrei poi cambiato la mia famiglia.
Con la loro ispirazione e il loro incoraggiamento, sarei stato in grado di migliorare il mio Paese e, chissà, avrei anche potuto cambiare il mondo. "

(Anonimo)

martedì 24 febbraio 2009

strada

Ogni giorno faccio lo stesso tragitto, ma ogni giorno la strada è diversa, si perché ogni girono incontro persone diverse, alcune mi camminano a fianco altri accelerano e mi passano altri mi vengono incontro e vanno nell’altra direzione, la strada è uguale ma diversa.

Ogni giorno parto da un punto e vada in un altro ma questi sono solo le mie partenze e i miei arrivi, non sono assolutamente i migliori, ne quelli giusti, ma sono solo i miei.

Pensare che qualcuno sposi le tue partenze e i tuoi arrivi, non impossibile ma improbabile e poi per quale scopo?

Meglio riconoscere le proprie partenze e i relativi arrivi e poi la strada è l’elemento comune si ci incontra forse una o tante volte.

Il capire che uno incontra un altro è lo scopo della strada oltre che la meta, e quando uno incontra uno fa due, ma resta uno, ecco lo scopo del due e il riconoscere il proprio essere il riconoscersi in uno, come il figlio si riconobbe nel padre, per assurdo la forza del due è proprio l’uno, come con tutti i numeri si devono per forza ricondurre all’uno.

Io lo specchio per far riconoscere il tuo uno non è inferiore al mio ma uguale